Recensioni

LA TEORIA DEGLI EQUILIBRI

Andrea Corcione

Genere: Narrativa umoristica

Editore: self-publisher

Data pubblicazione: 11 aprile 2022

Pagine: 188

E-book: € 2,99

Cartaceo: € 9,99

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TRAMA

Pietro è stato sempre una persona cinica e opportunista, scontrosa e irriverente. Pietro Santini è un uomo solo che non crede nell’amicizia, tantomeno nell’amore. Non ha amici, non ha parenti. Per una vita intera ha sognato di diventare vecchio per non avere responsabilità, per vivere felicemente solo, senza nessun obbligo. Per lui i vecchi sono come i bambini dai quali nessuno si aspetta nulla. Tuttavia qualcosa sta cambiando, da qualche anno non ha più voglia di lottare, di combattere per affermare la sua idea. La solitudine che ha costruito intorno a sé comincia ad essere un peso, un’oppressione. Dovrebbe essere finalmente arrivato al tanto ambito traguardo, ora è finalmente vecchio, ma qualcosa non torna. Da qualche tempo pensa al suicidio come unica via di uscita da una vita vuota e inutile. Quella condizione è il frutto della sua personale filosofia di vita. Negli anni ha elaborato una sua teoria, “La teoria degli equilibri”, un singolare punto di vista sullo scorrere inesorabile del tempo e sull’affannosa e superflua corsa del genere umano, alla ricerca della realizzazione personale ad ogni costo. Tutto questo non fa per lui, ha corso la metà degli altri ed è comunque arrivato al traguardo. Sempre pronto a giudicare chi nella vita non ha saputo dire di no e si trova intrappolato in una vita che non gli appartiene. Lui non è mai sceso a compromessi e ha detto pochi sì. Tutto questo lo ha reso un uomo arido che spesso si comporta come un adolescente. La sua misera esistenza verrà stravolta da un incontro, un fugace incontro carnale con una corpulenta badante Rumena, che sarà il fulcro, il punto di rottura, di un consolidato equilibrio che sembrava ormai infrangibile. A distanza di otto anni da quell’incontro, in una sola settimana, sarà costretto a cambiare ogni abitudine, a sconvolgere la sua vita per amore. Imparerà con fatica ad amare, imparerà ad ascoltare gli altri e aprirsi al mondo. Tutto questo lo farà a modo suo, senza mai perdere il suo sguardo indifferente, il suo modo di essere ruvido quando serve. L’opera è un susseguirsi di eventi tragicomici, un alternarsi di flashback che descrivono la curiosa vita di Pietro Santini dalla nascita fino all’età adulta. Si ride, si piange, ci si affeziona ai protagonisti. In maniera apparentemente leggera si affrontano argomenti importanti come la solitudine degli anziani, la violenza sulle donne e l’omosessualità. Il tutto utilizzando sempre una chiave di lettura ironica e irriverente. Ci si può mai affezionare ad un vecchio bastardo con la parrucca? Pare di sì. Alla fine del romanzo il lettore ripenserà agli equilibri della propria vita, a quanto avrebbero voluto essere, almeno una volta nella vita, come il vecchio Pietro Santini.

Cari divoratori di libri, vi chiedo scusa sin da ora di quello che potrebbe risultarvi un linguaggio più colorito del solito, ma sono ancora carica delle emozioni (che sono tante e forti) che mi ha lasciato questo romanzo. E, per la serie del dargli una seconda possibilità, ho scoperto un altro libro al quale stavo per sbattere in faccia una porta chiudendola a doppia mandata. Del tipo che dopo la terza pagina mi dava il voltastomaco, attivando tutti i miei meccanismi anti stronzagine e  invece…

Non so dire se questo testo sia una genialità o no, ma se si supera il primo impatto  del rifiuto, inizi a pensare che così male non è e finisci che ti piace.
Non lo nego, questo libro è troppo di tutto. Il primo impatto è veramente negativo: volgare, stronzo, razzista, omofobo, rompicoglioni… quest’ultima è forse la cosa più gentile del personaggio. Eppure c’è sempre quell’oltre che gioca sugli equilibri, sì,  perché oltre la corazza c’è la solitudine. Devi superare più di metà del romanzo per capire che l’opportunismo arrogante e volgare del protagonista ha un risvolto emotivo ancora più forte di quello di mandarlo a fanculo. In verità si vorrebbe mandare il protagonista e l’autore a quel paese sin da subito,  eppure senti qualcosa grattare in quelle pagine e parola dopo parola vuoi capire cos’è.  Una segreta verità.  Una sofferenza taciuta. Più la narrazione è volgare e più ci vedi lo squallore di essere abbandonati a sé stessi: niente amici, famiglia, conoscenti solo solitudine. Più è dissacralista e più noti il suo bisogno d’affetto. 

Un bisogno che esplode quando viene messo davanti alla vita che ha scelto e si chiede chi è lui, qual è la strada che sta percorrendo. L’equilibrio che ha scelto è quello che veramente vuole? Il mondo viene visto con una crudezza che contorce le viscere e per questo le emozioni le provi elevate alla potenza. Non lo avrei mai detto a primo approccio eppure questo è un libro che non può mancare tra le nostre letture.

A presto, divoratori di libri.

Cris

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