Recensioni

CIELI DI PIOMBO

Mathilde Bonetti

Editore: Mondolibri – Mondadori

Genere: Storico

Pagine: 332

Formato: Solo cartaceo

Costo: 14,99 €

Data di uscita: Seconda metà di settembre

Dove acquistarlo: in tutte le librerie Mondadori con stand Mondolibri/Euroclub – può essere acquistato e ordinato da chiunque, non solo dai soci del club.

TRAMA

Settembre 1939, la guerra è appena cominciata e la lunga ombra del nazismo si allunga minacciosa sull’Europa. Il mondo si prepara al peggio, sotto cieli di piombo si dipanano i drammi dei singoli.

Il capitano Blazej Baranski, miracolosamente sfuggito a un campo di prigionia in Polonia, dopo un atterraggio di fortuna in Danimarca, è riparato in Inghilterra per unirsi alla Royal Air Force. Axelle, inglese di adozione, ha appena perso il marito e la sorella: d’ora in avanti, dovrà crescere da sola sua figlia, affrontando le incognite di un futuro sempre più incerto. Matthias Brandt, tra i migliori piloti della Luftwaffe, dopo aver ucciso una donna, è dilaniato da una crisi personale e morale. Mia Rasmussen, coraggiosa e appassionata, rischia la vita per portare in salvo una piccola ebrea… Sullo sfondo dell’epoca più cupa della Storia, si intrecciano le vicende di uomini e donne cui la guerra ha  tolto quasi tutto, ma non la voglia di tornare a vivere amare e sperare.

RECENSIONE

Cari divoratori di libri, riuscite a sentire il ronzio che riempie l’aria? È un crepitare, un sibilo, un grido. È la speranza che si infrange, ma anche l’amore che nasce nel cuore di mani insanguinate. È l’orrore della guerra che vibra tra occhi avversari. È la capacità di dipingere, scrivere, solcare i cieli e credere che qualcosa possa cambiare, pur non avendo più possibilità di salvezza. Come le dita di una vecchia che stringono quelle  di una giovane e davanti a sé non vede un fucile spianato, ma un futuro senza dolore; o le gesta valorose di colui che è un mostro dall’altro lato della palizzata. In questo romanzo non ci sono vincitori o vinti perché in battaglia tutti perdono, anche chi si salva. Ognuno di loro è eroe e carnefice, ma ci sono anche grandi atti di coraggio, come quello di Mia Rasmussen pronta a sacrificare se stessa per gli altri, tra cui una piccola ebrea. Mia è una giovane che non ti aspetti riesca a fare la differenza, eppure cambia la storia di chi incontra, dimostrando che la volontà e l’amore sconfiggono le paure. La potenza delle donne prevale in questo romanzo, è un grido a gran voce, ma sussurrato piano, e vi garantisco che non è un controsenso, poiché dalle pagine si capisce che  non bisogna avere un’arma per far valere la propria presenza. Ed è proprio da qui che comincia il racconto. Siamo nel 1939, la Polonia è schiacciata dalle armate tedesche e russe che non risparmiano nulla ai propri avversari. Un soldato fronteggia una donna, uno sparo e le vite di più persone si intrecciano.

Da un lato abbiamo un uomo che ho amato nella sua crescita personale: Blazej Baranski. Fugge dalla prigionia e cerca vendetta. Se inizialmente credevo non avesse esternato tutto il suo potenziale, vengo facilmente contraddetta dalla bellissima penna dell’autrice che mi fa arrivare il suo essere come uno tsunami: impazzisco letteralmente per lui. Quest’uomo incide a fuoco vivo una pagina di storia, perché anche se è frutto della fantasia di Mathilde Bonetti, per me lui ha vissuto veramente.

Vibro dietro le emozioni di Axelle, una madre che tiene testa alle sue sventure, e probabilmente non dimenticherò mai l’intensità di un suo dipinto. E infine, ma non ultimo, c’è il percorso più conflittuale e difficile, quello di Matthias Brandt, uno dei migliori piloti tedeschi.

Ogni pagina è stata come sfogliare un album dei ricordi dei miei nonni, foto in bianco e nero che, parola dopo parola, acquistavano colore e tonalità grazie alla scrittura di Mathilde Bonetti. Ha dato sostanza e dimensione a immagini vaghe, ha dato vita a personaggi che potevano essere miei parenti.

È per questo, lo confesso, che scriverne la recensione per me non è facile. Come si fa a mettere le emozioni nate da questa lettura su carta, dando loro il giusto valore? Non me ne sento all’altezza perché dentro di me provo un’intensità tale che le parole non sono abbastanza. Mi piacciono le dinamiche tra i personaggi. La loro trasformazione, in un crescendo di eventi e sensazioni, o forse è meglio dire l’accettazione del loro vero essere. Non solo è una lettura adatta a tutti, ha una struttura complessa, ma non complicata. La guerra è delineata in modo impeccabile, gli eventi corrispondenti ai fatti e l’orrore arriva per intero, come la forza di non arrendersi. È stato come essere proiettati in un film, soprattutto l’epilogo, dove ho potuto vedere la luce, l’aereo, il foulard, la macchina e gli occhi dei nostri protagonisti. Classificare questo romanzo come sentimentale sarebbe riduttivo, anche se i sentimenti non mancano affatto; come uno storico sarebbe limitativo perché ti dona una fetta del nostro passato in modo attuale e forte; e drammatico sarebbe incompleto perché è una storia ricca, avvolgente e a tutto tondo.

Cari divoratori di libri, posso solo aggiungere che Mathilde Bonetti la amo dal primo libro che ho letto di lei, ma con questo romanzo ritengo che abbia dato il meglio di se stessa e che si sia superata. Per me è la sua opera massima, dei testi scritti fino ad oggi, la ritengo un vero capolavoro e, come avrete capito, ve la straconsiglio.

P.S. È un vero onore essere la prima a recensirlo.